L’organizzazione e le attrezzature dei Pompieri di Foligno prima della nazionalizzazione del Corpo

Precedentemente alla costituzione della Compagnia dei Pompieri l’organizzazione del servizio antincendio (affidato ad artigiani “precettati”) era praticamente nulla. Alla notizia del verificarsi di un incendio che si diffondeva per lo più a voce da rione a rione o, quando andava bene, tramite le campane della chiesa più vicina, gli artigiani – pomposamente chiamati “Guardie del Fuoco” – lasciavano il loro lavoro per recarsi al luogo di raccolta dove prendevano il mezzo per recarsi sul posto dell’incendio. Il mezzo non era altro che un carro-pompa leggero trainato a mano (se l’incendio era vicino) o un carro a cavalli (se l’incendio era lontano).

Di fronte a tale primitiva organizzazione è facile immaginare quanto spesso il servizio risultasse poco efficiente e quante proteste provocasse da parte dei cittadini ed anche delle povere Guardie del Fuoco costrette a figuracce ovviamente poco gradite e spesso anche a dover subire offese non solo verbali.

Proprio sulla base delle proteste diffuse in tutta la città si fece strada l’esigenza di una migliore organizzazione che comportasse almeno l’istituzione di un gruppo di pompieri “professionisti” attrezzati ed organizzati per operare in modo più efficace là dove era richiesto il loro intervento.

E questa esigenza (legata, per la verità, anche alla necessità di ridurre le considerevoli somme da corrispondere agli artigiani-pompieri) fu, appunto la causa dell’istituzione della Compagnia dei Pompieri nel 1862.

I pompieri, diretti da un Capo istruttore e direttore dei lavori, ebbero subito la necessità di ammodernare i carri d’intervento ormai vetusti ed inadatti a svolgere il loro servizio. Ma le disponibilità economiche del Comune non permettevano di scegliere il meglio che offriva il mercato. Si pensi che una ditta di Firenze chiedeva per una pompa semplice montata su carro ben 9.000 lire mentre una ditta di Torino per la stessa attrezzatura ne chiedeva circa 1.000 lire di più. Alla fine si finì per sceglier di acquistare da una ditta genovese, al prezzo di poco meno di 200 lire, una economica pompa barellabile – e quindi trasportabile anche a mano – da mettere in caso di necessità anche su un carro fatto costruire localmente ad uno dei tanti “facocchi” ( = costruttori e riparatori di carri) operanti a Foligno. Da tener presente che la pompa era del tipo semplice per cui doveva essere alimentata con secchi colmi d’acqua attraverso la classica catena umana!

Dopo qualche anno dall’istituzione della Compagnia il Comune riuscì a dotare i pompieri anche di una bella divisa blu con bordi rossi con giberna, pennacchi e cinturone con moschettone e piccozzetta. Il Comandante, in più, era dotato di sciabola e stivaloni. Tutti erano dotati anche di elmetto in cuoio nero con cresta di metallo.

La creazione di un gruppo di pompieri dedito esclusivamente a tale mestiere causò certamente un netto miglioramento dei servizi considerato il fatto che i pompieri nel tempo libero dagli interventi provvedevano ad addestrarsi, a riparare i mezzi ed a dedicarsi alla manutenzione delle attrezzature. Ciò fece in modo che, col tempo, alle proteste degli anni passati subentrassero gli elogi della gente e della stampa.

Il progresso tecnologico sempre avanzante fece sì che nel 1885 i pompieri ebbero il primo carro a motore per il trasporto di scale, secchi, corde ed altri attrezzi. La novità non fu subito bene accetta specie tra i pompieri più anziani molti dei quali tendevano a fidarsi più del cavallo trainante il carro-pompa piuttosto che del nuovo mezzo che poteva raggiungere la “folle” velocità di ben 35 km/ora.

Successivamente, dopo la trasformazione della Compagnia in Sezione dei Pompieri nell’ambito della Pubblica Assistenza “Croce Bianca” fu provveduto nel 1920 all’acquisto di un moderno autocarro (che, insieme ad una autolettiga, venne a costare la ragguardevole somma di 55.295,25 lire!).

         Autopompa in dotazione a Foligno nel 1920

Successivamente nel 1926 il Consiglio della Croce Bianca, tramite un mutuo acceso presso la Cassa di Risparmio, provvide a dotare la Sezione di una moderna motopompa in sostituzione della ormai vetusta pompa a mano fino ad allora impiegata. Ciò, ovviamente, comportò un notevole salto di qualità nelle prestazioni dei pompieri con conseguente logico miglioramento del livello di considerazione da parte dei cittadini e delle Autorità. Il che, però, non servì a far migliorare le retribuzioni economiche dei pompieri nell’ambito di una delibera della Giunta Provinciale amministrativa del 1927 che riconosceva ai pompieri una nuova forma giuridica ed un nuovo accordo contrattuale!

E tutto continuò a marciare su questa linea di stretta economicità fino alla nazionalizzazione del Corpo del 1941 (e, purtroppo, anche dopo…!).

 

(testo e immagini liberamente estratti dal libro “Angeli con l’elmetto – I Vigili del Fuoco di Foligno” di Aldo Mencarelli e Gilberto Scalabrini stampato nel giugno 2003 a cura delle Edizioni PromoEdit di Foligno)