Come una semplice foto può suscitare tanti sentimenti! Il racconto del Presidente Gianfranco Eugeni e la foto che lo accompagna siamo sicuri saranno graditi da molti dei nostri lettori (ed in particolare quelli che certi avvenimenti li hanno vissuti) ed anche in loro i ricordi potranno liberare grandi emozioni.
Qualche giorno fa spulciando tra le diverse email che ogni giorno riempiono la mia casella virtuale ne ho trovata una che lì per lì non sembrava dissimile dalle altre.
A prima vista ho pensato che si trattasse di una delle solite comunicazioni (poche) o pubblicità (tante) che di solito intasano la mia casella postale. Ma al momento in cui sono andato ad aprirla è stato per me come entrare in una di quelle infernali macchine del tempo che spesso, nei film di fantascienza, permettono ai protagonisti di viaggiare nel tempo venendo così trasportati in epoche precedenti o future.
Mi sono trovato, così, a fare un balzo indietro di tantissimi anni (30? 35? chissà) e nella mia mente si sono subito accavallati una massa di ricordi scatenando in me un sentimento di dolce melanconia.
Ma quella misteriosa email cosa conteneva di così potente da suscitare una simile tempesta? Niente, solo una fotografia.
Una fotografia che rappresenta un folto gruppo di sciatori tutti schierati in posa con la stessa bella tuta grigia e rossa.
E guardandola, quella foto, ho cominciato a ricordare.
Saranno stati gli anni 88 o 89, credo, ed alcuni Vigili del Fuoco si presentarono al loro Comandante e gli prospettarono un loro progetto di costituire un “gruppo sciatori” vista la passione per lo sci che li univa (e che era condivisa anche dallo stesso Comandante).
Ma all’epoca c’erano parecchi problemi economici e procedurali per costituire un Gruppo Sportivo ufficiale ed il Comandante, con dispiacere, cercò di spiegarlo ai suoi uomini.
Ma l’entusiasmo era tanto che i problemi di ufficializzazione non ostacolarono il progetto: i “ragazzi” costituirono ugualmente il gruppo in modo ufficioso pagando di tasca loro la tuta che venne realizzata da una brava sarta con materiali di ottima qualità ma, per fortuna o per amicizia, ad un prezzo veramente stracciato.
Il Comandante, che aveva apprezzato l’entusiasmo e lo spirito di gruppo che animava quei suoi vigili, poté favorirli solo con qualche strappo alla regola come, per esempio, consentire il trasporto del “costituendo” gruppo sui campi da sci per qualche allenamento usufruendo di un mezzo del Comando.
E la foto che aveva dato inizio a questo viaggio all’indietro è proprio una foto di quel volenteroso gruppo di “ragazzi” scattata durante uno dei loro allenamenti.
D’accordo, direte voi, ma che c’entra tutto questo con il turbamento che questa foto mi ha provocato?
La risposta è semplice: quei “ragazzi” sono (o meglio “erano”) Vigili del Fuoco del Comando di Perugia ed il loro Comandante era…. il sottoscritto.
Rivivere con la mente quei tempi, rivedere in una foto i visi ridenti di tanti giovani di belle speranze che ora incontro con qualche ruga e qualche acciacco di più, rivedere volti di qualcuno che un triste destino ha voluto allontanare per sempre da noi, ripensare alle tante chiacchierate che abbiamo fatto parlando del gruppo, tutto questo non può fare altro che suscitare quel sentimento di dolce malinconia di cui ho parlato all’inizio.
Ovviamente i miei sono ricordi confusi di un anziano la cui memoria comincia ad avere qualche lacuna e probabilmente qualcosa la rammento male o qualcosa ho dimenticato ma il fatto certo è che, guardando la foto, non un solo volto mi è rimasto sconosciuto e sono riuscito a dare un nome ad ognuno di loro con l’aggiunta, per qualcuno, di una piccola ma sincera lacrima.
E poiché penso che per molti di quei “ragazzi” ed anche per molti dei loro colleghi la foto potrebbe essere fonte di sensazioni analoghe a quelle da me provate ho voluto farla pubblicare accompagnandola con queste poche parole.
Non è una foto troppo nitida, ha poco di professionale o di artistico ma sono sicuro che, guardandola con occhi di amore, essa saprà alimentare i ricordi di chi legge.
E a tal proposito mi piace concludere con una frase del celebre cantautore Bob Dylan, premio Nobel 2016 per la letteratura:
“Abbi cura dei tuoi ricordi perché non puoi viverli di nuovo”.
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GIANFRANCO EUGENI Presidente Provinciale A.N.VV.F. Perugia
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