Un noto personaggio del mondo del calcio, colpito da questo virus che sta infierendo su di noi poveri mortali, intervistato dai giornalisti che gli chiedevano come avesse contratto il morbo ha risposto con una battuta: “Sono stato contagiato dalla televisione”.

D’accordo, è una battuta ma, se ci riflettiamo sopra, quanta verità c’è dietro di essa?

Di questa terribile pandemia se n’è parlato tanto, anzi troppo. Nelle televisioni, nelle radio, nei giornali, nei discorsi delle persone comuni l’argomento principe da oltre un anno è questo e solo questo.

Siamo stati bersagliati da notizie vere e false (le famose “fake news” per dirlo con un termine alla moda), da virologi veri o improvvisati, da psicologi, da esperti o presunti tali.

Ci siamo commossi per le numerosissime tristi storie di persone che hanno perduto i loro cari, di personaggi famosi contagiati, di eroici sanitari e parasanitari riversateci in tutti i momenti di tutti i giorni da solerti giornalisti e giornaliste tutti compresi del ruolo di “inviati speciali”.

E se è vero che l’effetto psicologico nel campo medico ha un peso importantissimo, allora la battuta di quel personaggio sportivo citato all’inizio perde un po’ i contorni del paradosso e ci fa capire che questo continuo bombardamento giornaliero, pur non tralasciando il lato positivo dell’informazione, ha però prodotto l’effetto negativo di gravi danni psicologici in tante persone.

Infatti, oltre all’aumento dei sintomi più comuni quali l’angoscia, la tristezza, l’introversione, ecc., si sono dovuti registrare moltissimi sintomi più gravi e pericolosi quali la depressione, l’ansia, la dipendenza da alcool o, peggio, da altre sostanze pericolose.

Per tutti questi motivi avevamo fatto la scelta di non parlare di COVID in questo nostro sito ritenendo che i nostri visitatori ne abbiano già saputo abbastanza da altre fonti ben più qualificate di noi e non abbiano bisogno di aggravare il loro stato psicologico.

Come associazione, poi, abbiamo anche fatto la scelta di fermare quelle nostre attività che si svolgono con la presenza di pubblico per evitare ai nostri soci – quasi tutti di età avanzata e quindi più soggetti agli effetti peggiori del virus – contatti che avrebbero potuto essere estremamente pericolosi.

Ma nonostante questo nostro defilamento il virus ci ha scovati e purtroppo in questi ultimi giorni abbiamo dovuto registrare con tanto dolore la perdita di due carissimi soci, uno il novantenne – negli anni ma non nello spirito – Luciano Diarena e l’altro, l’appena 63nne Claudio Vagnetti pensionato da poco ma purtroppo in condizioni fisiche gravate da una precedente seria malattia.

Ma non vogliamo e non dobbiamo scoraggiarci. Noi, dopo questa parentesi, continueremo a non parlare del virus mentre tutti voi che ci leggete (e anche tutti i soci che non hanno l’occasione di leggerci) dovete imporvi di continuare ad osservare strettamente tutte quelle regole di prevenzione che ci hanno dato e ci danno tutti i giorni sopportando pazientemente il fastidio di indossare la mascherina, di uscire il meno possibile di casa, di tenere a dovuta distanza le altre persone (anche i nipotini, purtroppo!), di evitare baci, abbracci e strette di mano ecc. ecc. Tenete presente che ormai il vaccino è vicino e sforzatevi fermamente ad averne fiducia così da contribuire ad aumentarne l’efficacia con la carica psicologica.

Teniamo duro e vedrete che finirà, che torneremo tutti a socializzare, ad abbracciarci, a darci la mano, a baciarci, ad affollare cinema, teatri e stadi, a ballare, a goderci la buona tavola in lieta compagnia, a comportarci, cioè, come esseri umani che vivono in una società civile.

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